Oggi primo giorno d'estate e continuano ad arrivarci tristi notizie relative ai danni causati dal maltempo alle coltivazioni, non solo vitivinicole, in tutto il mondo.
Oltre alle malattie contro cui tutti gli anni si combatte in vigna, esasperate quest'anno dalla quantità di pioggia caduta durante una primavera "non primavera", ci si mettono le grandinate a distruggere i piccoli grappoli di giugno.
La Francia ha subito danni importanti: temporali e grandinate hanno messo a dura prova due territori simboli d’Oltralpe, Bordeaux e Beaujolais dove la produzione di vino è certamente rilevante per l’economia dei territori. A Bordeaux sono bastate due notti di grandine per spazzare via il raccolto in una parte del vigneto del Médoc e di Saint-Emilion, intorno a Fronsac, Lalande-de-Pomerol e Lussac. La grandine di questa settimana è caduta con un’intensità importante, tanto che c’è chi ha dichiarato di aver già perso tutto il raccolto o quasi. La zona del Beaujolais ha danni a macchia di leopardo, dal 10% fino al 60% dei grappoli, in base a dove i vigneti sono esposti, ma ancora non è stata definita una stima precisa sulla perdita del raccolto. A maggio fu colpita l'area dello Chablis con danni ingenti anche in quel caso.
Anche l'Italia non se la passa bene: la grandine ha colpito soprattutto al nord, ma anche in Puglia e Campania con danni incalcolabili a vigneti, fruttifere, ortaggi, mais ed altre coltivazioni. Il tutto mentre è la siccità a farla da padrona in Sicilia, la peggiore degli ultimi sessant'anni, con danni anche qui incalcolabili.
Per chi coltiva uva, ma non solo, vedere l'intero lavoro di un anno finire in fumo in pochi minuti (con chicchi di grandine a volte grandi come palle da golf) è terribile: oltre al danno economico ingente, occorre calcolare anche l'impatto psicologico sui viticoltori.
Esistono particolari protezioni contro le grandinate da utilizzare in vigneto ma, oltre ai costi ingenti per proteggere ettari di vigna, se la grandine è di dimensioni importanti, spesso sono poco efficaci.
Secondo le credenze i due solstizi (e soprattutto quello estivo più direttamente collegato al ciclo agrario) hanno una precisa influenza meteorologica, proprio in relazione al mutare del movimento del sole nel firmamento e quindi alla variazione del collegato ordine stabilito. A tale proposito la tradizione friulana annotava il famoso detto "Co al torne indaûr si cambin i aiars", (Quando (il sole) torna indietro i venti cambiano. Quest'anno, purtroppo, "i venti" sono cambiati già da alcuni mesi, portando piogge troppo abbondanti e grandinate infauste.
Mentre scriviamo queste righe, una nuova perturbazione si sta sviluppando sul basso Piemonte, con pioggia e tuoni. Non ci resta che iniziare gli scongiuri contro la grandine.