La Borgogna, in originale Bourgogne, chiamata "Burgundy" dagli anglofoni, negli ulrimi 20 anni ha avuto una ascesa di popolarità incredibile tra i wine lovers, anche se la sua storia è millenaria.
La Borgogna è famosa nel mondo per i suoi vini bianchi da uve Chardonnay e rossi da Pinot Nero, vitigni autoctoni di questa regione, vini che sono da sempre considerati come modelli di riferimento per le altre regioni in cui si producono vini con le stesse uve. La Borgogna è una regione storica della Francia, situata nella parte centro orientale del Paese, che dal 2016 è stata accorpata alla Franca Contea, dando vita alla regione amministrativa della Bourgogne-Franche-Comté.
L’etimologia del suo nome è legata ai Burgundi, un’antica tribù germanica orientale, originaria della Scandinavia, che nel V secolo si stanziò tra la Saona e il Rodano, fondando un regno che prese il nome di Borgogna.
Il suo territorio, caratterizzato da dolci colline e pianure verdeggianti, attraversate da numerosi fiumi e torrenti, ne fa una regione a vocazione prevalentemente agricola, in particolare il suo terroir unico le ha permesso di sviluppare un’economia enoica (focalizzata sulla produzione e il commercio del vino), presa a modello dal mondo intero.
Con il termine terroir si indica l’area in cui cresce un vitigno, dotato di specifiche caratteristiche naturali, fisiche, climatiche e chimiche (come la composizione minerale del suolo) che, insieme, determinano l’unicità del vino che vi viene prodotto.
Anche in questo caso (come in quello del Whisky e dello Champagne), fu l’Impero Romano a creare in questo territorio i presupposti per lo sviluppo e la diffusione della vite, mentre i Galli, durante le invasioni in Italia, prelevarono qui le prime viti, che poi portarono in patria (nelle province galliche dell’Impero Romano) nel V-IV secolo a.C..
In Gallia, la bevanda per eccellenza era la birra, ottenuta dall’orzo, ma durante la dominazione romana la richiesta di vino aumentò al punto da costringere l’imperatore Domiziano (50 d.C.) a limitare le coltivazioni della vite in Italia e a imporre la distruzione di metà delle coltivazioni nelle province, per evitare che entrassero in concorrenza con i popoli italici.
Si trattò, di fatto, di un provvedimento protezionista, che non aveva solo l’obiettivo di convertire i terreni alla coltivazione di cereali, per evitare il rischio di carestie, ma anche quello di favorire i produttori italici di vino, in un momento storico in cui l’economia italica subiva la concorrenza delle province.
Passarono due secoli prima che le autorità imperiali, per mano di Probo, dessero il via libera alla produzione e commercializzazione del vino.
Nel 476 d.C., a seguito del crollo dell’Impero Romano d’Occidente, si aprì una stagione di guerre e scontri tra le popolazioni locali, che portò i Burgundi a insediarsi nella valle del Rodano e a perpetuare le buone pratiche vitivinicole, fino all’arrivo dei Merovingi nel V secolo.
Il XIX secolo è l’epoca che ha dato i natali alla moderna Borgogna, ma proprio quando era all’apice del suo successo e apprezzamento, la regione venne funestata da quello che è stato definito il “male nero” (le mal noir): la fillossera.
La fillossera della vite fu individuata prima in America del Nord da C. H. Fitch nel 1854, poi da J. O. Westwood nel 1863 ad Hammersmith, quartiere di Londra, in coltivazioni indoor.
A partire dal 1868 se ne trovò traccia nel Sud della Francia, da cui si diffuse in tutta la regione e poi in Europa. Per la Francia, ma non solo, fu un’ecatombe: si hanno documenti che parlano di 500 ettari persi? entro il 1887 fino ad arrivare a 4000 a fine Ottocento.
Come tutte le catastrofi, però, anche questa contribuì a creare le condizioni per la nascita di una viticoltura più consapevole.
La fillossera venne debellata con l’innesto a guyot, scoperta dell’omonimo ricercatore Jules Guyot, grazie all’utilizzo di piante di origine americana, naturalmente resistenti a questo tipo di insetto, che gli insetticidi del tempo non riuscivano a eliminare.
Nasce in questi anni la classificazione dei vigneti basata sulla distinzione tra parcelle caratterizzate da uno specifico suolo, sottosuolo, microclima, esposizione, oltre che da una propria personale storia.
Questi concetti vennero poi ripresi per la classificazione ad opera del Comité d’Agriculture de Beaune (1861), traducendosi infine con l’unione del nome “Climat” e del concetto di vigneto di riferimento, facendo nascere così l’attuale struttura delle Appellations.
Nacquero così Gevrey-Chambertin (1847), Aloxe-Corton (1862), Vosne-Romanée (1866) Chambolle-Musigny (1878) e altre a seguire.
Oggi n Borgogna troviamo cinque distinte zone produttive, con vini di vitigni e con caratteristiche molto diverse tra loro.
- Chablis:. Questa regione si trova a circa 180 chilometri a sud di Parigi e a circa 100 chilometri a nord dall’area principale della Borgogna ad appena 40 chilometri a sud della Champagne. A Chablis troviamo esclusivamente vini bianchi da uve Chardonnay, freschi e spesso caratterizzati da aromi minerali, con piacevoli accenni di pietra focaia. I vini di Chablis sono generalmente fermentati e maturati in vasche d’acciaio pertanto non presentano quasi mai quel forte sentore di vaniglia e di tostato, salvo forse alcuni Grand crus, per scelta del produttore. I vini di Chablis possono riportare le seguenti menzioni, dal basso verso l’alto: Petit Chablis, Chablis, Chablis Premier Cru e Chablis Grand Cru. I vigneti Premier Cru sono 40, mentre i Grand Cru sono sette: Blanchots, Bougros, Grenouilles, Les Clos, Les Preuses, Valmur e Vaudésir.
- La Côte d’Or si estende da Digione fino a Santenay ed è la più famosa zona della Borgogna. Tutti i vini della classificati come Bourgogne Premier Cru e Bourgogne Grand Cru sono prodotti nella Côte d’Or. La Côte d’Or è a sua volta divisa in due sotto regioni: a nord si trova la Côte de Nuits e a sud la Côte de Beaune. La Côte de Nuits è l’area settentrionale della Côte d’Or, famosa per i vini rossi da Pinot Nero ma che presenta anche una piccolissima produzione di vini bianchi da Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Grigio. Anche la Côte de Nuits è divisa in villaggi, con le loro specifiche menzioni. Fra i più importanti vi sono Chambolle-Musigny, Fixin, Gevrey-Chambertin, Marsannay, Morey-Saint-Denis, Nuits-Saint-Georges, Vosne-Romanée e Vougeot. Tra i Grand Cru ricordiamo Bonnes Mares, Chambertin, Chambertin-Clos de Bèze, Clos de Roche, Clos de Vougeot, Grands Echézeaux, Musigny, Richebourg, Romanée-Conti e La Tâche. Ad un livello più basso vi sono le denominazioni Côte de Nuits Villages e Hautes-Côtes de Nuits, posta a maggiore altitudine ed i cui vini risultano generalmente di minore pregio rispetto alla Côte de Nuits. La Côte de Beaune identifica la zona meridionale della Côte d’Or e vi si producono soprattutto vini bianchi da uve Chardonnay, fra i migliori al mondo. I vini rossi della Côte de Beaune sono invece meno celebri dei bianchi. Tra i villaggi della Côte de Beaune ricordiamo Aloxe-Corton, Auxey-Duresses, Beaune, Blagny, Chassagne-Montrachet, Chorey-Lès-Beaune, Landoix-Serrigny, Meursault, Monthélie, Pernand-Vergelesses, Pommard, Puligny-Montrachet, Saint-Aubin, Saint-Romain, Santenay, Savigny-Lès-Beaune e Volnay. I Grand Cru più importanti della Côte de Beaune sono Montrachet, Bâtard-Montrachet, Bienvenue-Bâtard-Montrachet, Chevalier-Montrachet, Corton-Charlemagne e Criots-Bâtard-Montrachet. I vini appartenenti alla denominazione Côte de Beaune Villages sono generalmente prodotti da assemblaggi, mentre la Hautes-Côtes de Beaune, ha un livello qualitativo inferiore, sempre a causa della maggiore altitudine e minore esposizione al sole.
- La Côte Chalonnaise si trova a sud della Côte d’Or e produce vini sia rossi che bianchi. In quest’area non sono presenti Grand Cru, ma diversi Premier Cru. Il villaggio più famoso è Mercurey, mentre a Bouzeron si producono vini bianchi da uve Aligoté, i migliori in Francia prodotti da questo vitigno. Altri villaggi famosi sono Givry (vini rossi) Montagny (vini bianchi) e Rully, noto per la sua produzione di spumanti metodo classico denominati Crémant de Bourgogne e prodotti principalmente con uva Aligoté e in minore parte da Pinot Nero, Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Grigio.
- Nel Mâconnais, scendendo ancora più a sud, si producono vini bianchi meno eccelsi e non sono presenti né Premier Cru né Grand Cru. I migliori vini del Mâconnais sono dei villaggi Mâcon, Pouilly-Fuissé e Saint-Véran, tutti bianchi e tutti prodotti con Chardonnay. Nel Mâconnais vi è un piccolo villaggio chiamato Chardonnay, esattamente come l’uva, anche se non è certo se sia stata l’uva ad essere chiamata con il nome del villaggio, oppure se il villaggio sia stato chiamato così proprio in onore del famoso vitigno.
- Il Beaujolais è l’area vinicola più a sud della Borgogna, completamente distinta dalle altre pur appartenendo geograficamente ad essa. Diverso è sia il clima che i vitigni: questa è la patria del Gamay e del suo vino Beaujolais Nouveau, il vino novello divenuto così famoso nel mondo da fare dimenticare gli altri e più importanti vini di questa zona. Nel Beaujolais troviamo quasi esclusivamente vini rossi, a parte una piccola produzione di vini bianchi da uve Chardonnay e Aligoté. Anche nel Beaujolais i vini possono avere tre menzioni di qualità crescente: Beaujolais, Beaujolais-Villages e Beaujolais Cru, termine che qui non è utilizzato per specifici vigneti ma per indicare uno dei dieci migliori villaggi della zona: Brouilly, Chénas, Chiroubles, Côte de Brouilly, Fleurie, Juliénas, Morgon, Moulin-à-Vent, Régnié e Saint-Amour.
Quanto ne sapevate già?