Gavi, un tempo chiamata Gavi Ligure essendo stata per un lungo periodo sotto il dominio della Repubblica di Genova, si trova in basso Piemonte, in provincia di Alessandria ma al confine con la Liguria ed ha una storia particolarmente antica: lo dimostrano il forte di Gavi, costruito sopra ad un castello medievale, e la Pieve che si trova tuttora lungo le rive del torrente Lemme, anche questa eretta prima dell’anno 1000 probabilmente sui resti di un tempio longobardo bizantino. Il primo documento ufficiale che menziona Gavi risale all'anno 972 ed è conservato nell'Archivio di Stato di Genova. Ritrovamenti di reperti in pietra levigata fanno però risalire la presenza dell'uomo nelle terre di Gavi a oltre 2000 anni fa. Il nome deriva probabilmente dall'esistenza della stazione neolitica di Cavatium da cui il latino Gavium anche se le leggende del luogo narrano della Principessa Gavia che, nel 528, fuggendo dall’ira del padre Clodomiro, Re di Francia, che le negava il suo amore per un giovane paggio giunse in queste colline, dove trovò rifugio dalle truppe francesi, grazie all’intercessione del Papa. In suo onore gli abitanti dedicarono i suo nome al borgo. Narra la leggenda che la giovane bella e “cortese” abbia anche ispirato il nome del vitigno che dà origine al Gavi. Sia che il Cortese derivi questo appellativo dall’entourage della nobiltà genovese o dalla virtù della principessa Gavia, è indubbio che il “Cortese di Gavi” oggi identifichi una grande eccellenza enologica italiana modello di qualità in vigna e di ricerca in cantina.
La cittadina è rinomata per il famoso vino bianco Gavi Docg, che è possibile produrre anche in altri 10 comuni limitrofi. Se prodotto all'interno del territorio del comune di Gavi, particolarmente vocato, assume la denominazione Gavi Docg del Comune di Gavi.
il Gavi viene prodotto esclusivamente con uve Cortese ed è un vino elegante e delicato, rinomato soprattutto all’estero: tra i maggiori consumatori troviamo UK e Stati Uniti. Ha un colore giallo paglierino, al naso presenta profumi di fiori bianchi e frutta a polpa bianca, in bocca è asciutto, leggermente sapido e minerale. Se coltivato su determinate tipologie di terreno, può avere aromi di frutta esotica o pietra focaia.
Il terroir del Gavi dal punto di vista geologico si divide infatti in tre fasce ben distinte, che influiscono sulle caratteristiche del vino e del paesaggio.
Le terre rosse sono originate dalla ferrettizzazione delle ghiaie miste ad argilla degli antichi depositi alluvionali. Si trovano a nord di Gavi, verso Tassarolo e Novi Ligure. Qui le colline sono più dolci e le vigne si alternano a boschi di quercia e robinia.
La fascia centrale, che affiora su una linea che unisce Serravalle Scrivia a Gavi e San Cristoforo, vede un’alternanza di marne e arenarie. Sono i terreni di Monterotondo e dei vigneti alle falde della splendida foresta del monte Mesima.
La parte meridionale, che si fa più ripida per l’approssimarsi dei rilievi dell’Appennino, è composta da marne argillose bianche la cui origine marina è palese vista anche per la presenza di numerosi fossili. Il territorio fa parte del “bacino terziario del Piemonte” che comprende varie formazioni stratigrafiche della serie oligo-mio-pliocenica. In particolare, le formazioni caratterizzanti sono le “Marne Serravalliane”, terreni particolarmente adatti al vitigno Cortese perché in grado di esaltarne le qualità.
Una curiosità: la cittadina di Gavi viene citata da Umberto Eco nel libro Baudolino dove racconta della sua posizione strategica al confine con la Liguria e del suo rinomato vino bianco.
Ci siete mai stati?
Vale sicuramente una gita, anche per assaggiare i famosi ravioli: pasta ripiena di carne e verdure la cui leggenda narra siano nati proprio a Gavi.
Photo by Maurizio Ravera - Gavi